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IL PUNTO di MARCO ZACCHERA



IL PUNTO   n. 954 del  10 maggio 2024

di MARCO ZACCHERA 

 

Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

Sommario:  W l’ eterna Letizia, mentre scattano le manette per Toti riscaldando il  clima della campagna elettorale. Giusto arrestarlo per fatti conclusi di 4 anni fa, 72.100 euro di contributi dichiarati sono una “tangente” da obbligare ora all’arresto? Perchè 5 anni di intercettazioni e ua richiesta di arresto cos' urgente che è rimasta 4 mesi alla firma del GIP? Se lo chiede anche Nordio, e così scatta un’altra polemica. A proposito di indagini: se è colpa di Orban la detenzione di Ilaria Salis a Budapest, allora è colpa di Biden l’arresto violento di Falcinellli a Miami?

Intanto, a suon di petrodollari, proprio l’Arabia Saudita assume la presidenza della Commissione Onu sui diritti delle donne, il che appare davvero come una assurdità.

In Italia i David di Donatello sottolineano come la “Kultura” sia solo “cosa loro” soprattutto nel cinema, mentre in RAI si riapre il dibattito. Ritorno infine sulla guerra in Ucraina: vorrei più trasparenza informativa e l’avvio vero di tentativi di pace.  

 

AI LETTORI: ricevo molte mail di apprezzamento, domande, critiche, attestazioni di stima ecc.

Perchè non "concretizzate" gli elogi mandandomi indirizzi mail di nuovi lettori? Grazie!

 

ALLEGRI, RITORNA LETIZIA!

Letizia Maria Brichetto Arnaboldi “detta Letizia Moratti” ritorna sulla scena politica candidandosi questa volta alle europee nelle fila di Forza Italia. Chissà se qualcuno ricorda che solo un anno fa si era candidata contro il centro-destra (che sosteneva Attilio Fontana, di cui proprio lei era stata assessore al welfare) come presidente della Regione Lombardia, ma con un risultato così deludente che rimase esclusa perfino dal consiglio regionale. La Letizia adesso ci riprova dopo che è fallito pure il suo tentativo di creare il “polo Moratti” alle Europee mettendo insieme Matteo Renzi di Italia Viva, Mariastella Gelmini di Azione, Gianfranco Librandi di +Europa, gli ex PSI Claudio Signorile e Giampaolo Sodano, l’ex ministro CL Mario Mauro, l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, l’ex PD Giuseppe Fioroni, Giacomo Portas dei Moderati, l’ex ministro Gaetano Quagliariello ecc.ecc. Tanti generali per poche truppe, ma alla fine non ne è venuto fuori niente (i maligni dicono perché ovviamente lei ne voleva assumere il comando supremo). Rimasta nuovamente vedova (questa volta politicamente), Forza Italia – comprensiva – le ha riaperto le braccia e la signora Brichetto è così tornata all’ovile vedendosi addirittura assegnato il posto di capolista azzurro nel nord-ovest.  W la coerenza e la Sua lieta modestia!

 

DIRITTI DELLE DONNE: VERGOGNA ONU 

Come nell’Iran sciita anche in Arabia Saudita, nota nazione “democratica” riverita ed ossequiata da tutto l’Occidente, si va in galera (e peggio) anche solo per come ti vesti. La giovane Manahel al-Otaibi è stata per esempio condannata a undici anni da un tribunale antiterrorismo per la sua «scelta di abbigliamento» e per il suo «sostegno ai diritti delle donne». Il verdetto – confermato alla Commissione per i diritti umani dell’ONU dallo stesso governo saudita - è stato comunicato dopo un’udienza segreta del tribunale antiterrorismo, dove Manahel è stata giudicata colpevole sulla base di una legge che criminalizza l’uso della rete web per «trasmettere o pubblicare notizie, dichiarazioni, voci false o dannose». E adesso mettetevi a ridere (o a piangere): dal 25 marzo proprio l’Arabia Saudita presiede la Commissione delle Nazioni Unite sui diritti delle donne. Il che la dice lunga sulla credibilità dell’ONU.

 

IL DAVID CON IL TORCICOLLO A SINISTRA

Se qualcuno in Italia ha ancora dei dubbi su chi maneggi veramente la cultura del nostro paese condizionando i contributi di stato ed abbia solide e partigiane coperture al Quirinale e dintorni, controlli com’è finita questa edizione del premi “David di Donatello”.

Con la benedizione di un Mattarella particolarmente ispirato (a sinistra) potrete verificare come tutti i premi, le citazioni, le onorificenze e le patacche varie - ma soprattutto i relativi contributi economici - siano finiti in mano a pellicole di sinistra.

Gli stessi film che hanno clamorosamente fallito sul piano internazionale (vedi “Io Capitano”) sono finalmente riuscite a trionfare “in casa” dove se le suonano e se la cantano e soprattutto girano i soldi e gli aiuti ministeriali.  Statuette in quantità (13 a 2 soli film!) perché la cinematografia italiana o è nel circuito legato alla sinistra o non è e non può essere: questa è la sacrosanta verità nonostante qualche tentativo del "postfascista" ministro Gennaro Sangiuliano di rompere il cerchio e denunciare il commercio di contributi “culturali” assegnati con criteri spudoratamente politici.

Che poi i film siano un flop al botteghino non fa che rincarare la dose: il popolo – sostengono - è impreparato, superficiale, omofobo, qualunquista. Solo “loro”, gli eletti nomi della Kultura "impegnata" detengono la Verità e quindi hanno ed ottengono spazio ed ossequi.

E adesso c’è anche la RAI dove parte dei giornalisti protestano per “la mancanza di libertà”. Ma chi li assunse in RAI, con quali sponsor? I signori giornalisti di sinistra (ovvero quasi tutti) prendano atto che non tutto il paese la pensa con loro e che il pluralismo è necessario, altro che considerarlo (da loro) “censura”! Non contano tanto i secondi dei Tg divisi tra i partiti, ma il “taglio” dei programmi e in RAI - come a La7, su NOVE ecc. – questi sono quasi tutti ancora ossessivamente, politicamente  “targati” , dai comici alle interviste, dalla ricostruzione dei fatti alle news.

Libertà e pluralismo, certo, ma almeno la RAI visto che è (dovrebbe) essere un servizio pubblico per cui si paga un canone è necessario che sia davvero pluralista!

 

Approfondimento: ANCORA UCRAINA

Qualche lettore non sarà d’accordo con me, ma insisto che sull’Ucraina stiamo profondamente sbagliando e percepisco poca trasparenza informativa. Se il Pentagono informa che i russi avrebbero usato armi chimiche vietate vanno date delle prove o la news vale come le smentite del Cremlino, ma è ovvio l’impatto psicologico della notizia (peraltro durata un giorno). Se poi si sostiene che Mosca sta progettando attentati in Europa bisogna anche qui avere un minimo di prove, se le prove sono un articolo del Financial Times quali sono le sue fonti? Se vengono solo “dai servizi segreti” siamo al punto di partenza e davanti ad un possibile depistaggio (vedi gasdotto sottomarino nel Baltico, tuttora distrutto da ignoti). Intanto i russi avanzano e il presidente francese Macron ribadisce che se le cose andranno avanti così è ora di pensare di mandare truppe NATO o addirittura specificatamente europee direttamente al fronte per contenerne l’offensiva.

In Italia il governo si è già detto comunque contrario, ma è Mattarella ad insistere sulla “difesa comune europea”. Chi gli scrive i discorsi dovrebbe però far spiegare al Presidente anche chi ne avrebbe poi il controllo e il comando effettivo, quali sarebbero i paesi contribuenti e soprattutto attraverso quali fornitori si procederebbe a potenziarne l’armamento comune perché – una volta di più – c’est l’argent qui fait la guerre e i francesi sono attentissimi a questo aspetto.

La loro potente industria degli armamenti ovviamente “tifa” perché la guerra prosegua, così come i loro colleghi oltre atlantico che la scorsa settimana sono stati rifocillati con oltre 100 miliardi di dollari dei quali oltre 60 per il fronte ucraino.

Di questi, però, 23 rimarranno negli USA per riapprovvigionare i magazzini, 13 andranno a sostenere direttamente le forze armate ucraine, 12 saranno destinati per “operazioni militari in Europa”, 7,85 miliardi andranno in “prestito” a Kiev per sostenerne il bilancio, non si sa con quali controlli.

Pochi hanno notato che mentre il Congresso americano stava ancora votando, i missili “Patriot” erano già stati forniti a Kiev nei giorni precedenti. Il Patriot è un missile a medio raggio PAC-3 lungo più di cinque metri, pesa quasi una tonnellata con un motore a razzo che imprime al missile una velocità mach 5,1 (6.500 km/ora). Costa da uno a 3 milioni di euro al colpo, a seconda delle versioni. Con i Patriots andranno a Kiev anche missili Atacms e dai paesi NATO missili Samp/T, droni e vario materiale anche italiano. Cosa stiamo inviano, chi controlla? Non si sa, ma se qualcuno volesse riflettere a quanto costi una guerra moderna immagini cosa si potrebbe realizzare in aiuti umanitari solo con il costo di uno e un solo missile di quelli lanciati quotidianamente e comprenderà come l’umanità stia veramente correndo fuori carreggiata.

Ma insistere su questo tema, sottolineare – come si sgola solitario ed invano Papa Francesco - la necessità di avviare comunque delle trattative di pace, valutare l’opzione di non dare solo spazio alle armi non interessa all’informazione calata “dall’alto” e nessuno sembra rendersi conto della sottile pressione psicologica che viene esercitata ogni giorno sulla gente, addirittura nei termini usati (gli ucraini “colpiscono”, i russi “uccidono”).

Mattarella va all’ONU e sostiene che l’Italia vuole la pace. Ottimo, ma cosa facciamo per realizzarla oltre a fornire nuove armi? Se poi vuole attivarsi la Svizzera è benvenuta, anche se sarà difficile costruirla se non ascoltando anche la Russia, visto che è l’assalitrice ma comunque anche una parte in causa.

Eppure la maggioranza degli europei (e soprattutto degli italiani) è sempre più contro le forniture militari a Kiev, ma sembra che nessuno ne tenga in minimo conto.

Visto poi che la guerra costa (l’ossessione sui costi è quotidiana, il fattore umano secondario) per finanziare in parte la nuova fornitura l’idea è quella di liquidare i beni e i fondi russi congelati in Occidente, poi però ci si stupisce e si protesta se Mosca “nazionalizza” la Ariston russa e altre ditte italiane. Portare nella NATO Svezia e Finlandia, costruire in Romania una grande base NATO, posizionare armi nucleari in Polonia aiuta la pace o dà pretesti alla Russia?

Intanto Zelensky (il cui mandato presidenziale è scaduto, ma nessuno lo dice, né si parla di nuove elezioni) è sempre più debole anche perché gli è venuto meno parte dell’appoggio interno, la mafia ucraina va alla grande, gli ucraini dell’ovest odiano quelli dell’est (altro aspetto taciuto dai media), nessuno vuol più fare il militare, mentre l’Europa continua a risentire economicamente della guerra in modo pesante.

Ma di tutte queste cose non si parla mai, come si sostiene che comunque Putin non accetterebbe mai una tregua. Se nessuno gliela propone non si può però averne conferma, anche se un cessate il fuoco era più facile (e conveniente) quando Zelensky era ben più forte di ora, visto che intanto la Russia vende gas e petrolio a tutti, se ne frega delle sanzioni, sviluppa il suo PIL, compra liberamente armi nel mondo, rilancia gli stati della BRICS mentre le potenze del G7 restano con il cerino in mano.

Conviene andare avanti, testardamente, affrontando il problema Ucraina sempre allo stesso modo dopo 25 mesi di guerra? Mi pare assurdo.

Modesta proposta: e se l’Occidente in cambio di una tregua offrisse di sospendere parte delle forniture a Zelensky oppure a tenerle fuori dall’Ucraina? Allora, forse, uno stop converrebbe anche al Cremlino. 

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                           MARCO ZACCHERA

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Quando mi capita di raccontare…
Scopro che è difficile sintetizzare la mia vita perché mi rendo conto di aver avuto la fortuna di vivere moltissime esperienze..... (continua)
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Il NUOVO LIBRO di MARCO ZACCHERA.....


E’ uscito un mio nuovo libro  “ GENTE DI LAGO: storie e racconti  del Lago Maggiore”
In 164 pagine - tutte a colori - ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche, quasi tutte inedite. Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO è in vendita al pubblico a 18 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano con dedica! - al prezzo ridotto di 16 euro (spese di spedizione comprese) o di 15 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Un bel regalo, per esempio, in vista del prossimo Natale…
 
Marco Zacchera
PUBBLICAZIONE di MARCO ZACCHERA.....


 
L’INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE ?
 
Cosa non ci dicono su Islam, Africa ed Immigrazione
 
 
(dall’introduzione..)
 
 
…Mentre in Italia sull’uso improprio della parola “razzista” si montano settimane di polemiche (come per il caso recente del governatore lombardo Attilio Fontana) pochi sanno che in Sudafrica si sta discutendo un emendamento costituzionale con il quale – se approvato – si potranno espropriare i terreni ai bianchi senza indennizzo, ma anche a vantaggio dei cinesi che in Sudafrica per legge sono equiparati ai neri.
 
Un razzismo alla rovescia – ma concreto - di cui non parla nessuno, un esempio di quante poche informazioni si hanno in questo campo
 
Scrivendo queste note (e con il contributo di PAOLA PALMA) ho cercato infatti di trasmettere – piacciano o meno – informazioni corrette, numeri certi, fatti documentati e poche opinioni.
 
Credo di conoscere bene la materia: ho passato tanti mesi della mia vita in Kenya e in Burundi, Uganda, Ruanda, Mozambico, Madagascar e in tanti altri paesi africani lavorando nel volontariato e toccando con mano tante situazioni disperate.  
 
Nell’aprile del 1994 – ero appena stato eletto deputato – per circostanze davvero fortunate non ci ho lasciato la pelle durante una rivoluzione in Burundi.
 
Di immigrazione e integralismo islamico scrivevo già trent’anni fa quando nessuno ci pensava, ma stando in Africa si capiva chiaramente cosa sarebbe successo e puntualmente i disastri si sono verificati. Vi avviso subito che senza sterzate decise andrà sempre peggio.
 
Intendiamoci, credo sia preciso dovere di tutti aiutare il prossimo: è un obbligo morale, cristiano e sociale, ma bisogna farlo con intelligenza, organizzazione, capacità e programmazione altrimenti non solo si finisce in un disastro, ma attecchisce anche la mala pianta della corruzione e dello sfruttamento alimentando rinnovato odio e razzismo.
 
Scopriamo insieme allora i numeri e i costi del fenomeno, la discriminazione nei fatti verso  tanti italiani, le ipocrisie che ci stanno dietro, le ambiguità vaticane, cosa stia effettivamente succedendo in Sudafrica oppure quali divisioni stiano spaccando la Nigeria, ma anche quali rischi concreti porti la mafia nigeriana.
 
Denunciamo finalmente il vorace neo-colonialismo cinese che viene taciuto e sottovalutato, la schiavitù nei paesi arabi e il moltiplicarsi dei musulmani in Europa con il rifiuto da parte di molti di loro ad accettare e condividere i principi costituzionali europei, così come è vergognoso il silenzio europeo sull’Eritrea e soprattutto sui disastri combinati nel mondo da troppe multinazionali senza scrupoli.
 
Se ne parla poco di tutti questi fattori, ma sono quelli che creano le cause che portano poi i poveracci a sbarcare disperati sulle nostre coste o a morire in mezzo al mare.
 
Ecco quindi che nel libro si lanciano proposte concrete e si propongono tutta una serie di dati statistici sconosciuti (perché spesso volutamente nascosti), così come un interessante sondaggio  sull’umore degli italiani con dati, numeri, fatti, circostanze inoppugnabili.  
 
 
Una informazione corretta e soprattutto documentata – anche se magari scomoda, anticonformista, sicuramente poco “buonista”– è però necessaria per portarci a riflettere, un po’ come il medico che ha il dovere di dire la verità al proprio paziente e non raccontargli balle.
 
Una realtà che potrà essere a volte impietosa e crudele, ma che va conosciuta da chi è malato (come lo è la nostra società italiana ed europea) per almeno tentare le cure necessarie alla sua sopravvivenza…
 
 

                                                                                      Marco Zacchera
CHI SONO.....
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Quando mi capita di raccontare…



Scopro che è difficile sintetizzare la mia vita perché mi rendo conto di aver avuto la fortuna di vivere moltissime esperienze.
Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.

Sono stato educato in una famiglia profondamente cattolica, ma da sempre molto aperta al mondo e quindi già da bambino ho sentito  forte il senso della responsabilità.
Da ragazzo sono stato per molti anni uno scout e per stile di vita ho sempre percepito così una attenzione particolare alla natura, all’impegno sociale, al mio prossimo.
Mi sono laureato alla Bocconi in economia aziendale, ma ho lavorato già da giovanissimo negli alberghi di famiglia e poi svolto attività diversissime tra loro ma appassionanti anche perché non mi piace mai stare con le mani in mano.
Dal giornalista al pescatore professionista, dall’assicuratore a gestire alberghi ed aziende visto che sono poi diventato dottore commercialista e revisore dei conti.
Ho sempre amato lo sport (sono stato per tanti anni arbitro di calcio e ancora adesso appena posso vado a pescare sul mio lago o in giro per il mondo) ho compiuto centinaia di immersioni subacquee e poi paracadutismo, parapendio, rafting e rally automobilistici fino al settembre del 2005 quando  mi sono rotto la schiena andando fuori strada durante un rally in Valdossola.
C'è  stata  poi la politica, la mia grande passione. Ho cominciato da ragazzino nella "Giovane Italia" e nel "Fronte della Gioventù" e poi nel MSI-DN, in Alleanza Nazionale e infine nel PDL, almeno finchè è esistito.
Ricordo sempre con orgoglio che nella mia vita mi sono candidato 20 volte nelle più diverse elezioni e che sono stato eletto venti volte su venti: non so quanti altri possano dire altrettanto.
Nella mia famiglia si discuteva tanto di politica anche perché siamo cinque fratelli con cinque idee diverse (estrema sinistra compresa), con mio padre che invece era sempre stato democristiano. Sono cresciuto così nella cultura del dibattito e del confronto, in casa come a scuola, e già da ragazzo guidavo assemblee studentesche in aperta e continua dialettica contro  il “movimento studentesco” di estrema sinistra, anche se la maggioranza taceva e poi – spesso – mi appoggiava nelle assemblee.
Non ho mai partecipato ad episodi di violenza, anche se più di una volta ho sicuramente rischiato anche fisicamente per le mie idee.
Eravamo giovani! Anni 80 Consiglio Comunale VERBANIA
Eravamo giovani! Anni 80 Consiglio Comunale VERBANIA

Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo-  mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.

Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma  soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.

A parte questi incarichi - e anche se ho ormai terminato questa lunga esperienza - continuo davvero a mettercela tutta soprattutto cercando di stare sempre vicino ai problemi della gente.
Ogni giorno ne scopro di nuovi, dalle piccole questioni personali ai grandi problema della nostra Italia e credo sia un punto d’onore impegnarsi concretamente e con onestà per cercare di risolverne qualcuno toccando con mano preconcetti, sprechi e ingiustizie, qualsiasi sia il ruolo che possiamo ricoprire nella società. Oggi posso solo farlo con la penna, e così pubblico articoli su molte testate giornalistiche.
Da quasi 20 anni  ogni settimana edito "IL PUNTO", un foglio via mail di notizie ed informazioni che mi permettono di spaziare sul mondo e sostenere le mie opinioni a diretto contatto con migliaia di lettori.  (chi lo volesse ricevere mi contatti su marco.zacchera@libero.it)
Bisogna a volte saper prendere posizioni scomode o controcorrente, spesso non comprese e contro le quali vi è a volte preconcetto, ma ne vale sempre la pena perché alla fine gli Ideali veri non sono una utopia, ma devono davvero essere traccia e obiettivo di vita.
Per questo  mi sento un cristiano semplice, che cerca di essere coerente e che crede che il Vangelo ci possa insegnare molto nella vita di ogni giorno, concretamente e ricordando soprattutto quella parabola dei "talenti" che nella vita vanno poi restituiti, almeno raddoppiati, prima della fine del viaggio.


Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi.  Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.

Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.

Anche per questi motivi e poiché volevo personalmente mettermi in gioco  nel giugno 2009 mi sono candidato a sindaco della mia città dove da 32 anni ero consigliere di opposizione e  mi hanno eletto con oltre il 54% dei voti al primo turno, primo sindaco di centro-destra a Verbania dopo 64 anni di sindaci e giunte sempre di sinistra o di centro-sinistra.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente  ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.
Intanto sono tornato a pescare appena posso sul mio lago e quando vedo le albe ed i tramonti - che spesso sul Lago Maggiore sono fantastici - mi considero sempre davvero un privilegiato, anche e soprattutto perché  ho la fortuna di poter vivere quei momenti.  Quando calo le reti in mezzo al lago mi ritrovo a fare gesti antichi come quelli dei miei nonni e dei miei avi e allora mi sento libero e felice nel profondo. A queste cose ho dedicato  “ NELLE RETI DEL TEMPO” e poi diverse edizioni di “GENTE DI LAGO” libri di storia per ricordare come si viveva sul Lago Maggiore nei secoli scorsi, mentre “LA MOSCHERUOLA” .racconta com’era l’Italia della mia giovinezza.
In un altro libro “L’INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE? -  Cosa non ci dicono su Islam, Africa ed immigrazione”, scritto a quattro mani con Paola Palma, abbiamo cercato di raccontare le tante esperienze in Africa con un serio approccio alle tematiche dell’immigrazione verso l’Europa, un fenomeno importante e che non può essere banalizzato.
Ad oggi non ho più incarichi pubblici se non quello di “Commissario italiano alla pesca per le acque internazionali Italo-Svizzere”  titolo altisonante quanto volontario con il quale e – come già faceva mio nonno quasi 90 anni fa – mi occupo di difendere e tutelare la pesca e l’ambiente dei nostri laghi.
Sono stato anche  nominato, ma  qui torneremmo  in campo professionale, presidente del Collegio sindacale di Finpiemonte, la finanziaria della nostra regione e in altri Enti e società.

Ma questi sono tutti  dettagli, l’importante è non cambiare mai nel profondo mantenendo fede agli impegni di  partenza cercando di aiutare gli altri per  restituire qualche “talento in piu” di quelli che il Grande Capo mi ha affidato alla partenza. Speriamo di riuscirci sempre, lo auguro anche a tutti voi.

In amicizia un saluto, Marco Zacchera...
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